Biodiversità
🌿 Biodiversità – Clima, territorio e vita nel cuore della Brianza
Focus ambientale per la città di Cantù
“Quando il clima cambia, anche la vita si adatta”
Focus ambientale per la città di Cantù
“Quando il clima cambia, anche la vita si adatta”
📘 Aggiornamento MeteoCantù – Novembre 2025
Un patrimonio naturale che cambia
Ogni territorio vive di equilibri sottili tra clima, suolo, acqua e vita.
La biodiversità, ovvero la varietà delle specie animali e vegetali, rappresenta l’essenza stessa della stabilità ambientale.
Un ecosistema sano regola naturalmente la temperatura, purifica l’aria, assorbe l’acqua e mitiga gli eventi estremi.
La biodiversità, ovvero la varietà delle specie animali e vegetali, rappresenta l’essenza stessa della stabilità ambientale.
Un ecosistema sano regola naturalmente la temperatura, purifica l’aria, assorbe l’acqua e mitiga gli eventi estremi.
Oggi però, anche in Brianza, questi equilibri si stanno spezzando.
Il mutamento climatico e l’intensa urbanizzazione hanno ridisegnato il volto del paesaggio: dove un tempo scorrevano rogge limpide e prati umidi, oggi si estendono strade, capannoni e superfici impermeabili.
È in questo contesto che la biodiversità diventa un indicatore vitale dello stato di salute dell’ambiente.
Il mutamento climatico e l’intensa urbanizzazione hanno ridisegnato il volto del paesaggio: dove un tempo scorrevano rogge limpide e prati umidi, oggi si estendono strade, capannoni e superfici impermeabili.
È in questo contesto che la biodiversità diventa un indicatore vitale dello stato di salute dell’ambiente.
Clima e Biodiversità: gli effetti invisibili del riscaldamento globale
Il riscaldamento globale non ha modificato soltanto gli equilibri meteorologici, ma ha inciso profondamente sugli ecosistemi e sulla vita del pianeta.
Negli ultimi decenni, l’aumento delle temperature medie e la crescita degli eventi estremi – siccità, ondate di calore, piogge torrenziali – hanno alterato i ritmi naturali di piante e animali.
Negli ultimi decenni, l’aumento delle temperature medie e la crescita degli eventi estremi – siccità, ondate di calore, piogge torrenziali – hanno alterato i ritmi naturali di piante e animali.
Effetti osservati su scala globale:
• Anticipo della primavera e riduzione dell’inverno.
• Migrazioni anticipate o invertite per molti uccelli.
• Specie vegetali che si spostano di quota o latitudine.
• Alterazione dei cicli riproduttivi e di fioritura.
• Anticipo della primavera e riduzione dell’inverno.
• Migrazioni anticipate o invertite per molti uccelli.
• Specie vegetali che si spostano di quota o latitudine.
• Alterazione dei cicli riproduttivi e di fioritura.
Il clima diventa così un fattore di selezione ecologica: chi si adatta sopravvive, chi non riesce a farlo scompare.
Si assiste a un progressivo appiattimento biologico, con perdita di diversità genetica e ambientale.
Si assiste a un progressivo appiattimento biologico, con perdita di diversità genetica e ambientale.
Gli ecosistemi in salute - boschi, zone umide, suoli vivi - aiutano il clima stesso: regolano la temperatura, trattengono l'acqua catturano CO₂ e riducono gli estremi meteo
Quando si degrada la biodiversità, aumenta la vulnerabilità del territorio e la frequenza dei fenomeni estremi.
Un indicatore climatico “vivente”
La biodiversità è oggi considerata un termometro biologico del cambiamento climatico.
La comparsa di specie mediterranee in Pianura Padana o la scomparsa di muschi e licheni d’alta quota raccontano ciò che confermano anche i sensori meteo: un clima che cambia rapidamente.
La comparsa di specie mediterranee in Pianura Padana o la scomparsa di muschi e licheni d’alta quota raccontano ciò che confermano anche i sensori meteo: un clima che cambia rapidamente.
Verso un clima sostenibile
Proteggere la biodiversità significa anche proteggere il clima.
Ogni area verde, ogni bosco, ogni corridoio ecologico riduce l’effetto “isola di calore” e favorisce un microclima più stabile.
Il futuro del clima passa anche da qui: dal dialogo con la natura, non dal suo contrasto.
Ogni area verde, ogni bosco, ogni corridoio ecologico riduce l’effetto “isola di calore” e favorisce un microclima più stabile.
Il futuro del clima passa anche da qui: dal dialogo con la natura, non dal suo contrasto.
Biodiversità e resilienza: la natura come alleata
Il territorio brianzolo conserva ancora oasi di valore ambientale, come i laghetti della Brughiera – Zoca, Lago Azzurro, Mordina – e le valli del Tarò e della Serenza.
Questi ambienti naturali sono veri ammortizzatori ecologici:
• trattengono l’acqua in eccesso,
• regolano la temperatura,
• ospitano fauna e flora che stabilizzano il microclima locale.
Questi ambienti naturali sono veri ammortizzatori ecologici:
• trattengono l’acqua in eccesso,
• regolano la temperatura,
• ospitano fauna e flora che stabilizzano il microclima locale.
La biodiversità non è un lusso: è una risorsa climatica.
Più un ecosistema è vario, più è capace di assorbire gli urti del clima e di rigenerarsi dopo gli eventi estremi.
Più un ecosistema è vario, più è capace di assorbire gli urti del clima e di rigenerarsi dopo gli eventi estremi.
Clima, territorio e vita nel cuore della Brianza
Nel cuore della Brianza, dove scorre il Torrente Terrò, si trova una zona che racconta in modo emblematico il legame tra cambiamento climatico, gestione del territorio e biodiversità.
Proprio qui, a pochi metri dalla nostra stazione meteorologica di Cascina Amata (Cantù), la natura e l’uomo convivono in un equilibrio sempre più fragile.
Proprio qui, a pochi metri dalla nostra stazione meteorologica di Cascina Amata (Cantù), la natura e l’uomo convivono in un equilibrio sempre più fragile.
Il bacino idrografico del Seveso e dei suoi affluenti – Tarò, Terrò e Certesa – rappresenta un piccolo ma perfetto modello di come il clima che cambia si rifletta sulla vita quotidiana di un territorio densamente urbanizzato ma ancora prezioso dal punto di vista ambientale.
Urbanizzazione e impermeabilizzazione del suolo
Come riportato anche nello studio “Lungo il Taro / Terrò / Certesa – Natura e Memoria”, la percentuale di territorio urbanizzato nel bacino del Seveso ha ormai superato il 65%.
A fine Settecento, quasi tutto era terreno agricolo o naturale: campi, prati, boschi e aree umide che garantivano equilibrio ecologico e drenaggio naturale.
Oggi, invece, prevalgono costruzioni, strade e aree industriali, con un suolo sempre più rigido, cementificato e incapace di assorbire e trattenere l’acqua.
A fine Settecento, quasi tutto era terreno agricolo o naturale: campi, prati, boschi e aree umide che garantivano equilibrio ecologico e drenaggio naturale.
Oggi, invece, prevalgono costruzioni, strade e aree industriali, con un suolo sempre più rigido, cementificato e incapace di assorbire e trattenere l’acqua.
Nel bacino del Seveso oltre il 65% del territorio è ormai edificato.
Il suolo, un tempo permeabile e vivo, è oggi coperto da cemento e asfalto: le acque meteoriche non vengono più assorbite ma scorrono in superficie, accelerando il deflusso e saturando in breve tempo i canali naturali.
Il suolo, un tempo permeabile e vivo, è oggi coperto da cemento e asfalto: le acque meteoriche non vengono più assorbite ma scorrono in superficie, accelerando il deflusso e saturando in breve tempo i canali naturali.
Conseguenze dirette:
• Deflusso superficiale immediato e più violento.
• Aumento di allagamenti e tracimazioni.
• Perdita della naturale funzione di filtro del terreno.
• Deflusso superficiale immediato e più violento.
• Aumento di allagamenti e tracimazioni.
• Perdita della naturale funzione di filtro del terreno.
Il Torrente Terrò, che un tempo era un piccolo corso d’acqua regolare e tranquillo, oggi risponde in modo violento e improvviso alle piogge, generando rigonfiamenti e tracimazioni in più punti, tra i quali proprio l’area dove è collocata la stazione meteorologica di Cantù (Cascina Amata).
A questo si aggiunge la mancanza di manutenzione dei corsi d’acqua: letti invasi da vegetazione, rifiuti e ostacoli di origine antropica compromettono il naturale deflusso.
Molti tratti sono stati rettificati, tombinati o abbandonati, e in alcuni casi trasformati in vere e proprie “linee di scarico”, perdendo completamente la loro funzione ecologica e idraulica originaria.
Un territorio “rigido” che non respira più, incapace di difendersi dalle stesse acque che un tempo alimentavano la sua ricchezza naturale.
Le “bombe d’acqua” e il rischio idrogeologico locale
Le bombe d’acqua sono oggi la manifestazione più evidente del clima che cambia.
Un’atmosfera più calda trattiene più umidità e rilascia precipitazioni improvvise e violente.
Quando colpiscono aree impermeabili e densamente costruite come la Brianza, gli effetti diventano devastanti.
Un’atmosfera più calda trattiene più umidità e rilascia precipitazioni improvvise e violente.
Quando colpiscono aree impermeabili e densamente costruite come la Brianza, gli effetti diventano devastanti.
Esempi recenti e reali:
• Esondazioni del Terrò e allagamenti a Cantù, Vighizzolo e Cascina Amata.
• Rotture arginali lungo il Tarò tra Cabiate e Meda.
• Tracimazioni del Seveso fino a Paderno Dugnano e Milano.
• Esondazioni del Terrò e allagamenti a Cantù, Vighizzolo e Cascina Amata.
• Rotture arginali lungo il Tarò tra Cabiate e Meda.
• Tracimazioni del Seveso fino a Paderno Dugnano e Milano.
Nel bacino del Seveso si contano oltre 80 ostruzioni o occupazioni abusive che riducono la portata dei canali.
La piena centenaria stimata del Seveso è di 140 m³/s, ma nel tratto tombinato milanese la capacità reale non supera i 30–40 m³/s.
La piena centenaria stimata del Seveso è di 140 m³/s, ma nel tratto tombinato milanese la capacità reale non supera i 30–40 m³/s.
Il problema non è solo “quanta pioggia cade”, ma dove, come e su quale territorio.
L’evento del 22 settembre 2025
La mattina del 22 settembre 2025, un violento sistema temporalesco autorigenerante ha colpito duramente la Brianza, con precipitazioni di eccezionale intensità e durata.
In poche ore si sono registrati accumuli pluviometrici straordinari, che hanno provocato l’esondazione del Torrente Terrò tra Cascina Amata, Vighizzolo e via Mentana a Cantù, sommergendo cortili, strade e piani terra di numerose abitazioni.
La stazione meteorologica di MeteoCantù, situata proprio nell’area di Cascina Amata, è rimasta completamente circondata dall’acqua, testimoniando in tempo reale la gravità dell’evento.
In poche ore si sono registrati accumuli pluviometrici straordinari, che hanno provocato l’esondazione del Torrente Terrò tra Cascina Amata, Vighizzolo e via Mentana a Cantù, sommergendo cortili, strade e piani terra di numerose abitazioni.
La stazione meteorologica di MeteoCantù, situata proprio nell’area di Cascina Amata, è rimasta completamente circondata dall’acqua, testimoniando in tempo reale la gravità dell’evento.
Parallelamente, il Tarò e il Seveso hanno rotto gli argini in più tratti del loro corso:
• tra Meda, Cabiate e Bovisio Masciago, dove interi quartieri sono stati invasi da fiumi di fango e detriti;
• a Lentate sul Seveso e Barlassina, dove la piena ha sommerso parcheggi e strade, con onde di piena superiori ai livelli storici;
• fino a Cesano Maderno, Paderno Dugnano e Milano, dove il Seveso ha esondato nuovamente nel quartiere Niguarda, provocando disagi e allarmi della Protezione Civile.
• tra Meda, Cabiate e Bovisio Masciago, dove interi quartieri sono stati invasi da fiumi di fango e detriti;
• a Lentate sul Seveso e Barlassina, dove la piena ha sommerso parcheggi e strade, con onde di piena superiori ai livelli storici;
• fino a Cesano Maderno, Paderno Dugnano e Milano, dove il Seveso ha esondato nuovamente nel quartiere Niguarda, provocando disagi e allarmi della Protezione Civile.
L’evento, definito dai media una vera e propria “tempesta perfetta”, ha messo in luce la fragilità strutturale del territorio brianzolo, la vulnerabilità dei bacini del Seveso e dei suoi affluenti, e la necessità urgente di interventi manutentivi e opere di laminazione più efficaci.
📌 Quello del 22 settembre 2025 non è stato un episodio isolato, ma il simbolo di un cambiamento climatico locale ormai tangibile, dove la combinazione di piogge estreme, suoli impermeabili e corsi d’acqua non manutenuti amplifica ogni evento in una crisi idraulica diffusa.
Prevenzione, manutenzione e rispetto del territorio
Il Politecnico di Milano lo ha sintetizzato bene: “Le aree alluvionali sono alluvionabili.”
Non possiamo più costruire o cementificare gli spazi naturali di espansione dei torrenti.
Non possiamo più costruire o cementificare gli spazi naturali di espansione dei torrenti.
Azioni fondamentali:
• Pulizia e bonifica periodica dei corsi d’acqua.
• Recupero delle rogge storiche.
• Vasche di laminazione (come quella di Carugo).
• Riqualificazione ambientale e vegetazione ripariale controllata.
• Pulizia e bonifica periodica dei corsi d’acqua.
• Recupero delle rogge storiche.
• Vasche di laminazione (come quella di Carugo).
• Riqualificazione ambientale e vegetazione ripariale controllata.
La difesa più efficace resta una sola: rispettare il territorio e mantenerlo vivo.
Conclusioni
Il cambiamento climatico non è un concetto astratto: è visibile nelle strade allagate, nei torrenti trasformati in fiumi impetuosi, nei microclimi urbani sempre più caldi.
La zona del Terrò, dove opera la stazione meteorologica di Cascina Amata, rappresenta oggi un osservatorio privilegiato per comprendere quanto siano intrecciati clima, territorio e attività umana.
La zona del Terrò, dove opera la stazione meteorologica di Cascina Amata, rappresenta oggi un osservatorio privilegiato per comprendere quanto siano intrecciati clima, territorio e attività umana.
La Brianza, terra di lavoro e di natura, è oggi anche una frontiera del cambiamento: un luogo dove la convivenza tra uomo e ambiente richiede equilibrio, memoria e rispetto.
Rispettare i corsi d’acqua, curare il territorio e valorizzare la biodiversità significa proteggere il futuro stesso delle nostre comunità.
La natura non chiede di essere temuta, ma di essere compresa, ascoltata e custodita.
Rispettare i corsi d’acqua, curare il territorio e valorizzare la biodiversità significa proteggere il futuro stesso delle nostre comunità.
La natura non chiede di essere temuta, ma di essere compresa, ascoltata e custodita.