Inverno 2026
🌍 "TRA EQUINOZI E INCERTEZZE: L’AUTUNNO CHE VERRÀ"
Inverno 2026 – Proiezioni stagionali e quadro teleconnettivo (La Niña, NAO/AO, QBO) con focus su Italia e Lombardia
🌍 Rubrica sulle tendenze climatiche stagionali in Italia con mappe delle anomalie meteorologiche.
❄️ INVERNO 2025/2026 – Previsioni e Tendenze in Italia e Nord Italia
📍 Aggiornamento a cura della redazione meteo | Ultimo aggiornamento: 21 dicembre 2025
Le proiezioni stagionali integrano ensemble modellistici (ECMWF, GFS/CFS), climatologia 1991–2020 e principali indici teleconnettivi (ENSO, NAO, AO, QBO), con validazione sul dataset MeteoCantù 2007–2025.
📊 Scenario generale – Inverno 2025–2026 (fase di avvio)
L’inverno 2025–2026 si è avviato in un contesto dinamico ma complessivamente poco invernale, caratterizzato da una circolazione atlantica attiva e spesso zonale sul comparto euro-mediterraneo.
Il getto polare si presenta mediamente teso alle medie latitudini, favorendo una sequenza di passaggi perturbati rapidi, intervallati da pause anticicloniche temporanee, senza l’instaurarsi di configurazioni di blocco durature.
Il getto polare si presenta mediamente teso alle medie latitudini, favorendo una sequenza di passaggi perturbati rapidi, intervallati da pause anticicloniche temporanee, senza l’instaurarsi di configurazioni di blocco durature.
Il quadro teleconnettivo osservato nella fase di avvio evidenzia:
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ENSO → La Niña debole (CP), associata a una maggiore variabilità del flusso atlantico ma non sufficiente, allo stato attuale, a innescare irruzioni fredde persistenti sull’Europa;
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NAO/AO prevalentemente neutre o debolmente positive, indicative di una circolazione zonale attiva, con fasi miti e ventilate alternate a temporanei cedimenti del getto;
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QBO negativa (QBO−), fattore potenzialmente favorevole a una minore compattezza del Vortice Polare nel medio periodo;
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Vortice Polare influenzato da un recente Canadian Warming, con dislocamento del nucleo freddo e risposta asimmetrica tra Nord America ed Europa.
👉 Implicazioni per Nord Italia e Lombardia:
la prima parte dell’inverno risulta dominata da impulsi atlantici rapidi, con precipitazioni più frequenti sui settori alpini e prealpini e scarsa incisività delle irruzioni fredde in pianura. Le temperature si mantengono generalmente prossime o lievemente superiori alla norma, con raffreddamenti temporanei e poco duraturi.
la prima parte dell’inverno risulta dominata da impulsi atlantici rapidi, con precipitazioni più frequenti sui settori alpini e prealpini e scarsa incisività delle irruzioni fredde in pianura. Le temperature si mantengono generalmente prossime o lievemente superiori alla norma, con raffreddamenti temporanei e poco duraturi.
🌐 Quadro teleconnettivo – assetto invernale aggiornato
Il quadro emisferico a inizio inverno 2025–2026 mostra una configurazione sbilanciata verso una zonalità europea, mentre il freddo più intenso resta confinato sul settore nordamericano:
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ENSO (Niña debole): favorisce una maggiore attività del jet ma con risposta europea spesso mitigata;
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NAO/AO: prevalentemente su valori neutro-positivi, responsabili di una circolazione oceanica dominante sull’Europa;
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QBO−: elemento da monitorare per un possibile aumento della vulnerabilità del VP nella seconda parte stagionale;
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Vortice Polare: condizionato dal Canadian Warming, con raffreddamenti intensi sugli USA e accelerazione zonale sul settore europeo;
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Circolazione Brewer–Dobson: parametro chiave per eventuali sviluppi successivi; un suo rafforzamento potrebbe favorire un raffreddamento stratosferico più marcato e aumentare la probabilità di disturbi del VP tra fine inverno e inizio primavera.
👉 Sintesi: l’inizio dell’inverno 2025–2026 è dominato da una circolazione zonale atlantica, con inverno europeo parzialmente rimandato e margini per evoluzioni più fredde solo nel medio-lungo termine.
📌 Implicazioni per Lombardia e Nord Italia – fase iniziale invernale
Precipitazioni:
attività perturbata più frequente tra fine dicembre e prima parte di gennaio, con accumuli maggiori su fascia alpina e prealpina; pianure spesso interessate da pause asciutte o da fenomeni rapidi.
attività perturbata più frequente tra fine dicembre e prima parte di gennaio, con accumuli maggiori su fascia alpina e prealpina; pianure spesso interessate da pause asciutte o da fenomeni rapidi.
Temperature:
valori generalmente in linea o lievemente superiori alla media climatologica; brevi cali termici associati a passaggi frontali, ma senza ondate di freddo strutturate.
valori generalmente in linea o lievemente superiori alla media climatologica; brevi cali termici associati a passaggi frontali, ma senza ondate di freddo strutturate.
Pattern dominante:
prevalenza di impulsi atlantici veloci, alternati a rimonte anticicloniche temporanee; frequenti condizioni favoniche sul Nord-Ovest.
prevalenza di impulsi atlantici veloci, alternati a rimonte anticicloniche temporanee; frequenti condizioni favoniche sul Nord-Ovest.
🔮 Evoluzione dell’Inverno 2025–2026 – prospettive stagionali
L’inverno 2025–2026 si presenta diviso in fasi:
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prima parte (dicembre – gennaio): dinamica ma spesso poco fredda, con zonalità prevalente e irruzioni fredde episodiche e di breve durata;
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seconda parte della stagione: evoluzione fortemente dipendente da:
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modulazione della MJO,
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comportamento della circolazione Brewer–Dobson,
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possibile risposta del Vortice Polare a nuovi disturbi d’onda.
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Solo in presenza di un eventuale riscaldamento stratosferico maggiore (SSW) tra fine inverno e inizio primavera potrebbero emergere configurazioni più fredde e incisive anche sul comparto europeo e mediterraneo.
👉 In sintesi: l’inverno 2025–2026 appare avviato su basi prevalentemente oceaniche e zonali, con il rischio di un inverno europeo “a bassa resa fredda” nella prima parte, ma con scenari ancora aperti per un possibile cambio di passo nel finale di stagione.
✍️ Nota tecnica
Le proiezioni per l’autunno 2025 e l’avvio dell’inverno 2025–2026 sono state elaborate integrando:
- dati ensemble ECMWF Seasonal e GFS/CFS;
- confronto con medie climatologiche WMO 1991–2020;
- dataset MeteoCantù 2007–2025 per la contestualizzazione locale;
- analisi ENSO, NAO, AO, QBO, IOD e osservazioni satellitari;
- validazione tramite reti regionali (ARPA Lombardia, MeteoNetwork).
L’attendibilità media stimata si attesta tra 50 e 60%, con variabilità crescente nel medio–lungo termine.
📑 Consulta la → Legenda indici e sigle meteorologiche